lunedì 27 novembre 2017

CONSIGLI DI LETTURA:DAL PENSIERO DEL BUDDHA ALLA PRATICA ZEN

Il risveglio della Coscienza -Shunryu Suzuki Roshi ; Mente zen, mente di principiante ,Ubaldini Editore-Roma 11€

“In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”Matteo 18,1. Il principiante è come il bambino è aperto al mondo senza sovrastrutture che sclerotizzano la conoscenza di sé e degli altri. Lo Zen ci riporta a questo stadio di comprensione immediata che coinvolge non più la mente e il corpo; ma la totalità dell'essere . Facendoci "bambini" ci si aprono le porte del" regno dei cieli" cioè con l'umiltà della pratica Zen ci si aprono le porte del Buddha"la consapevolezza dell'Essere

Indagine sul Buddha storico - Richard Gombrich; Il pensiero del Buddha,Adelphi 30€

Richard Gombrich,sanscrista e indianista di vaglia, ci offre uno studio che restituisce al Buddha la sua collocazione storico-culturale dell'India vedica. Partendo dai testi sanscriti ma soprattutto scritti in pali,si delinea una figura di un grande riformatore delle sclerotizzata religione e cultura bramino-vedica. Il Principe Gautama che passando per le tappe di macerazione corporale di pratiche yogiche ,arriva a ripensare un nuovo stato dell'umanità nel mondo. Nuove relazione di senso tra se stessi ,la società e il mondo. Fino alla grande è ontologica trasmutazione nel "Risvegliato"appunto il Buddha.L'autore guida il lettore attraverso l'esegesi dei testi ancorata con una forte base filologica che fa del Buddha meno un "santino" astorico con venture esoteriche; ma più un riformatore social culturale del periodo "assiale"di una nuova "Origine e senso della Storia"di Jasperiana memoria

Lo Zen in cucina - Dogen; Istruzioni a un cuoco Zen ,Ubaldini Editore -Roma 11€

Per chi volesse avere un primo approccio con Dogen ,il fondatore del Buddismo Zen Soto, è il libro migliore e anche il più pratico e il meno filosofico. Il commento di Uchiyama Roshi guida il lettore alla comprensione del testo che a volte può apparire al" profano"contraddittorio o ,a volte oscuro.Dagli ingredienti alla scelta degli stessi, ai gesti del cucinare tutto diventa fonte di "Consapevolezza" anche nel cibo c'è Bodhi il "Risveglio" Comunque un testo imprescindibile per un cammino evolutivo personale.

Ottimo film sulla vita di Dogen con sotto titoli in italiano

Zen Vita di Dogen https://www.youtube.com/watch?v=p2O0qrn6-fY

Fabrizio Ghilardi:Antropologo,Storico delle Religioni









mercoledì 8 novembre 2017

TRILEMMA DI RODRIK


Rodrik ci mostra ogni giorno di più (a nostre spese) quanto democrazia, sovranità dello Stato e globalizzazione dei mercati siano tra di loro incompatibili. “Fingere che possiamo avere tutte e tre contemporaneamente ci abbandona in una insicura terra di nessuno”. 

A volte le idee semplici e coraggiose ci aiutano a vedere più chiaramente una realtà complessa che richiede approcci sfumati.
Ho un “teorema dell’impossibilità” per l’economia globale che è così. Mostra che democrazia, sovranità nazionale e integrazione economica globale sono reciprocamente incompatibili: possiamo combinare due a scelta delle tre, ma mai avere tutte e tre contemporaneamente nella loro pienezza.
Ecco come si presenta il teorema in un’immagine.





Per capire perché tutto questo ha senso, si noti che una profonda integrazione economica richiede che eliminiamo tutti i costi di transazione previsti per commerci e scambi finanziari attraverso le frontiere. Gli stati nazione sono una fonte fondamentale di questi costi di transazione: generano il rischio sovrano, creano discontinuità regolatorie ai confini, impediscono una regolamentazione e supervisione globale degli intermediari finanziari e rendono un prestatore globale di ultima istanza un sogno senza speranza.
Il malfunzionamento del sistema finanziario globale è intimamente legato a questi specifici costi di transazione.
Quindi, che cosa possiamo fare?
Una possibilità è andare verso il federalismo globale, allineando l’obiettivo della politica (democratica) a quello dei mercati globali. Realisticamente, però, questo è qualcosa che non può essere fatto su scala globale. È già abbastanza difficile da raggiungere anche tra un paesi relativamente simili e che la pensano in maniera simile, come l’esperienza della UE dimostra.
Un’altra opzione è il mantenimento dello stato nazione, ma in modo che risponda solo alle esigenze dell’economia internazionale. Avremmo così uno stato che persegue l’integrazione economica globale a scapito degli obiettivi nazionali. Il gold standard del XIX secolo ci fornisce un esempio storico di questo tipo di stato. Il crollo dell’esperimento di convertibilità argentino degli anni ’90 ci fornisce un’illustrazione contemporanea della sua incompatibilità intrinseca con la democrazia. (E quanto sta avvenendo oggi in UE ce ne fornisce un esempio doloroso, NdVdE).
Infine, possiamo ridurre le nostre ambizioni sulla quantità di integrazione economica internazionale che possiamo (o dobbiamo) raggiungere. Quindi rivolgerci a una versione limitata della globalizzazione, più o meno come il regime di Bretton Woods del dopoguerra (con i suoi controlli sui capitali e una limitata liberalizzazione degli scambi). Sfortunatamente questo è diventato vittima del suo stesso successo. Abbiamo dimenticato i compromessi incorporati in questo sistema, che erano la fonte del suo successo.
Insomma, io sostengo che qualsiasi riforma del sistema economico internazionale deve affrontare questo trilemma.
Se vogliamo più globalizzazione, dobbiamo o rinunciare a una parte della democrazia o a una parte della sovranità nazionale. Fingere che possiamo avere tutte e tre simultaneamente ci abbandona in una insicura terra di nessuno.

Dani Rodrik è un economista turco professore di Economia Politica Internazionale all'Università di Harvard